PUBBLICAZIONI


Articoli per la rivista DOMUS

Sono stati pubblicati i seguenti articoli:


AA.VV.:”CARLO LEVI, Opere dal 1923al 1973”. Electa-Editori Umbri Associati, Perugina, 1998      

(Gennaio 1989 n. 701)


“REALISMO MAGICO. Pittura  e scultura in Italia 1919-1925”. A cura di Maurizio Fagiolo dell’Arco. Mazzotta Editore, Milano, 1989

(Maggio 1989 n.705)


AA.VV.:”LA PITTURA IN ITALIA. Il Cinquecento”. Electa, 1988

(Luglio-Agosto 1989 n. 707)


“RENATO BIROLLI”. A cura di Pia Vivarelli.  Mazzotta,Milano, 1989

(Gennaio 1990 n. 712)


“FERNAND LEGER”. A cura di  Hélène Vassalle. Mazzotta, Milano, 1989

(Febbraio 1990 n.713)


Svetlana Alpers:”L’OFFICINA DI REMBRANDT”. Einaudi, Torino, 1990

(Maggio 1990 n. 716)


AA.VV.:”CASORATI”. Electa, Milano, 1989

(Luglio-Agosto1990 n. 718)


AA.VV.:”GIORGIO MORANDI 1890-1990”. Electa, Milano, 1990

(Ottobre 1990 n. 720)


Elisabeth  Vigée  Le Brun “MEMORIE DI UNA RITRATTISTA”. Mursia ,Milano 1990


AA.VV:.”TIZIANO”. Marsilio Editori, Venezia 1990

Roberto Zapperi:”TIZIANO, PAOLO  III E I SUOI NIPOTI”. Bollati Boringhieri, Torino 1990


Antonio Canova:”PENSIERI SULLE ARTI”. Amadeus, Montebelluna, 1990

(Gennaio 1991, n. 723)


“UBALDO OPPI. Lo stile del Novecento”. A cura di Francesco Gallo. Electa, Milano 1990

(Marzo 1991 n.725)


AA.VV.:”LA PITTURA NEL VENETO, IL QUATTROCENTO”. Electa, Milano, 1989

(Aprile 1991)


Germano Celant:”L’INFERNO DELL’ARTE ITALIANA”. Materiali 1946-1964”. Edizioni Costa & Nolan, Genova, 1990

(Maggio 1991 n. 727)


Arturo Carlo Quintavalle:”WILIGELMO E MATILDE. L’officina romanica”.Electa, Milano 1991

(Ottobre 1991 n.731)


AA.VV::”DE PISIS A MILANO””. A cura di Claudia Gian Ferrari. Edizioni Mazzotta, Milano 1991

(Novembre 1991 n.732)


Alan Bird:”STORIA DELLA PITTURA RUSSA”. Umberto Allemandi Torino, 1991

“VOLTI DELL’IMPERO RUSSO”. Da Ivan il Terribile a Nicola I”. Electa, Milano, 1991

(Maggio 1992 n. 738)


Maurizio Fagiolo dell’Arco:”GIORGIO DE CHIRICO ALL’EPOCA DEL SURREALISMO”. Electa, Milano 1991

(Luglio-Agosto 1992 n. 740)


Silvie Forestier:”VIAGGIO IN UN CAPOLAVORO DI PICASSO. La Guerra e la Pace”. Jaca Book, Milano 1992

(Ottobre 1992 n.742)


Mario De  Micheli:”LA SCULTURA ITALIANA DELL’OTTOCENTO”. UTET, Torino, 1992

(Maggio 1993 n. 749)


AA:VV:”I MADRUZZO E L’EUROPA, 15391658. I principi-vescovi di Trento fra Papato e Impero”.

Edizioni Charta, Milano, 1993

(Dicembre 1993 n. 755)


“MODIGLIANI DALLA COLLEZIONE DEL DOTTOR PAUL ALEXANDRE”.

A cura di  Noel Alexandre. Umberto Allemandi, Torino, 1993

(Luglio-Agosto 1994 n.762)


AA.VV.:“SOFONISBA ANGUISSOLA E LE SUE SORELLE”, Leonardo Arte, Milano, 1994

(Febbraio 1995  n. 768)


AA.VV.:”BOCCIONI,1912; MATERIA”. Mazzotta, Milano 1995

(Settembre 1995 n. 774)


“IMMAGINI DEL SENTIRE. I CINQUE SENSI NELL’ARTE”. A cura di  Sylvia Ferino-Pagden. Lo nardo Arte, Milano, 1996

(Gennaio 1997 n. 789)



RACCONTI


“Oggetti smarriti”

in  AA.VV  “Un po’ di male…”

Edizioni Nuove Scritture 

Collana diretta da Marilisa Dulbecco

Milano, 2007

OGGETTI SMARRITI


Che ci farà mai quell’ombrello lì nel campo? Aperto e girato come a voltare le spalle, intimidito? solo?                           No, sembra piuttosto…

Il traffico facilita il giro, permette il colpo d’occhio su tutto. Due ragazze sono appena tornate, la piccola sarà qui fra poco. Il signore, immobile, guida annoiato e pensa i pensieri di un adolescente che crede di essere un poeta… “Il sole/ lotta con la nebbia/ e vince a tratti/ Sfumature di luce nel grigio/ e ad un tratto/ il suo cerchio/ sfavilla di perla.” 

“Bene, è arrivata anche la piccola. Che fa? Piange? E’ speciale quella ragazza lì, l’ultima da Cuba. Beh, visto che piange, asciughiamole le lacrime. Un po’di additivo nel latte che beve come una poppante…e domani si chiederà di quel bellissimo vestito luccicante di paillettes. E’ sconcertante come queste ragazzine credano a tutto:“Da noi, la tua passione per il ballo non è solo divertimento, ma notorietà. Partecipi a gare e ti ritrovi a concedere interviste. Poi, bella come sei, come niente vai in tivu e, tanti soldi da spendere…Sì, sì cara! Credere alle fiabe è possibile …dunque, guadagnateli i tuoi denari e inventati le tue storie…”

Lo squillo, un segnale convenuto: “Signore, la cubana frigna…”“Aggiunga una pasticca al solito , così dorme e non ha tempo per piangere”“ Ah, va bene…lascio i quattrini sul conto cifrato?…”“Come sempre, grazie” “Signore, io vorrei parlarle…” “Sa come fare, no?” “Ma, ecco, preferirei a quattrocchi, è una cosa delicata..’sta ragazzina è disperata” “Le cose delicate non sono di mia competenza. Se con questo vuol dirmi che vuole lasciare, troverà il dovuto sul conto in Australia nel giro di dieci minuti…Allora?”. Silenzio. La chiamata si chiude con uno scatto.“Nessuno mi ha mai visto, nessuno mi ha mai incontrato. La bellezza della tecnologia è proprio questo, puoi essere chi vuoi, come e quando vuoi. Per mesi mi sono fatto passare per una donna, altre …persino per un prete”

Il ritorno in città è scorrevole. Dopo aver lasciato l’utilitaria al parcheggio di S. Donato il signore riprende la monovolume per arrivare in centro. Puntuale come la morte, la Galleria deve essere aperta alle quattro mezzo del pomeriggio. Oggi alle cinque un appuntamento divertente con un critico che gli ha chiesto in prestito opere dalla sua collezione per una mostra sull’arte degli anni cinquanta. Un azzardo forse per quel taglio che è stato proposto, ma in quel contesto i suoi quadri informali saranno delle chicche incredibili. Alle sette l’incontro con l’ultimo dei giovani artisti di New York, le cui opere scavano nel buio di ciascuno.

Anche stamani, il grigio bellissimo muove i rami bassi, sfigola umidità. Anche stamattina l’ombrello è lì, e con oggi fanno due settimane. Il vento di stanotte lo ha discretamente girato di lato e ora fa pensare a un volto pudicamente piegato. La corolla che una volta doveva essere bianca, spezza le linee oblique dei campi con la sua forma leggera. E le ragazze sono lì poco lontano, le loro figure nella nebbia, bellissime. Sono fantasmi allo specchio, volti velati senza inutili emozioni: perfetti. Finalmente! Ci sono voluti sei mesi, ma ora il mio paesaggio è completo, un: “Paesaggio con oggetti smarriti”. Domani un’informazione a chi di dovere e la legge farà pulizia: lo stupido che pretendeva di parlarmi a quattrocchi, le povere ragazze cadute come angeli frivoli continueranno molto soli la loro storia altrove…”

Fra la terra e il cemento/ i petali rossi/ sono strisciati/ come lamine di un drago scomposto/ Lo stelo spezzato/ ha le spine morte/ questa rosa è stata assassinata.”

E’ proprio bellina bellina con quei capelli scuri che muove continuamente. Il cane corre. Gli si è avvicinato una sola volta per l’annusatina di rito per ritirarsi subito con uno scatto e un guaito soffocato. “Non gli piace il suo…profumo!” aveva detto la ragazzina con una risata ingenua. “Lei legge tanto vero? La vedo sempre qui ai giardini seduto sul muretto con un libro. Cosa legge adesso?” “Il Maestro e Margherita” “Oh, l’ha letto anche mia mamma, parla del Diavolo vero? Ma… non fa paura?” “Questo Diavolo come lo chiami tu al giorno d’oggi non sarebbe altro che uno di quei tipi che vanno in giro a pogare o a creare graffiti sui muri dei cantieri, un allegro ragazzaccio insomma, tutto qui . E tu, cosa fai? se posso chiedere naturalmente.” “Oh, certo, lei è una persona così gentile, mi piace parlare con lei. Io vado a scuola, sono in prima liceo classico e vorrei diventare una giornalista, sa girare il mondo…” un bla bla trillato per un quarto d’ora in un turbinio di capelli e ciglia finché, da mezzo al prato, il cane la chiama guaendo. E’ proprio bellina bellina, fra qualche settimana sarà pronta per essere servita a quel collezionista di Tokyo che tanto ama dipingere ritratti direttamente sulla pelle dei modelli ed esclusivamente con le loro sostanze… organiche”.

Oltre l’angolo, l’automobile è ferma a lato del marciapiede proprio sotto il platano dove tutti i giorni la incrocia dopo le lezioni di disegno dal vero. Sul sedile lei è abbracciata a lui convulsamente, e le mani…? I visi rivelati dall’attimo breve del distacco hanno gli occhi di suo padre e quelli del suo Amore. I disegni da donarle per San Valentino cadono senza vita, subito fradici di quella pioggia che sta lavando il mondo. Il paesaggio era bello, veramente, con le linee dei campi e i rami fluttuanti nel grigio perlaceo della nebbia e il cerchio del sole che lotta per vivere; ora nella pozza si allarga nella sua distruzione seguito dal ritratto di lei , delicatissimo nei toni del chiaroscuro. Il foglietto con le poesie di un adolescente che crede di essere un poeta stritolate nel pugno.

Il sogno è tornato a tradimento, quel sogno che svolge e riavvolge la scena del passato che gli ha bruciato l’anima portando, con il risveglio affannato, un’ emozione dimenticata, invadente. E allora bisogna andare via, partire per un lontanissimo luogo, oggi, subito.    




“La coppa”

in AA.VV "Ti parlerò di me…”

Edizioni Nuove Scritture

Collana diretta da Marilisa Dulbecco

Milano, 2008

La Coppa


E’ entrato stranamente calmo, gli abiti solo un po’ sciupati, niente squarci ne’ macchie di sangue; per oggi dunque, nessuna rissa. Ma non è ancora notte, il blu scuro non ha preso il sopravvento, dietro il cupolone il rosso, l’arancione e il giallo che solo il tramonto possiede sono intensi.

Si è fermato un attimo, colto da un pensiero. Mi ha preso tra il pollice e l’indice strusciando le dita sullo stelo e mi fa girare delicatamente. Mi alza all’altezza degli occhi, controluce e con l’altra mano mi accarezza la corolla, col palmo percorre il bordo sottile. Sembra un rito, ma è un gesto magico.


Il vino, quello che il cardinal del Monte ha mandato due giorni fa dai castelli mi riempie come rugiada. Mi alza di nuovo verso la luce, gli occhi socchiusi a catturare ogni sfumatura di luce. Sorride, si ferma un attimo come colto da un pensiero, un pensiero diventato idea .


Mi tiene troppo in basso, ho paura che il vino si versi sul piatto con la frutta Non è il vino di ieri, finito a sorsate scomposte con la donzella di turno, ma un dozzinale “birello” sofisticato al sambuco e alla fitolacca, mescolato al miele e succo di vite “clinto” giunta dal nuovo Mondo.

La luce è meno lontana del solito, il modello travestito da Bacco si diverte moltissimo a posare così agghindato, ha bevuto e cantato canzonacce da osteria fino a un minuto fa quando lui in uno dei suoi accessi d’ira l’ha zittito, ma l’ombra del sorriso è rimasta, perfetta.


Mi ha trasportato avvolto in pezze di lino o nella paglia, libero nella mia fragilità nelle bisacce insieme ai colori, ai pennelli ai dipinti arrotolati. Sono sopravvissuto anche durante un duello nella bisaccia portata a tracolla, tutto per la Lena, la bella prostituta dai capelli rossi. Che bevute quella notte! Ricordo il calore delle sue labbra e la risata insolitamente dolce per una come lei. E’ stata trovata nel Tevere, annegata non si sa perché, quella volta lui ha pianto.

Da Napoli a Malta , dalle città della Sicilia e ancora a Napoli in un affannato vivere in un continuo tramestio dell’anima. Se ne è andato malato e stanco senza sapere mai che il mondo lo aveva perdonato. Da allora ho dormito sempre.


Il ragazzo mi ha preso improvvisamente, ho sentito lo stesso fremito.

Ricordo solo ora i lunghi viaggi insieme alle sue cose che sono andate disperse in molti luoghi.

Io ho viaggiato molto: sull’acqua , lungo strade assolate o pianure freddissime, riempito di vini bianchi dolcissimi amati dalle labbra delle dame o da vini aspri , forti che uomini rudi o raffinati hanno apprezzato. Ma ora, sto addirittura volando.

Il ragazzo mi prende tra il pollice e l’indice e controluce mi fa ruotare.

Non deve essere passato tanto tempo però. Mi sembrava di avere dormito a lungo, ma guardandolo, ha il suo stesso sguardo, gli occhi socchiusi pieni di pensiero. E’ persino vestito allo stesso modo, con quei pantaloni strappati, la camicia stazzonata, i capelli e la barba incolti.

Arriviamo in un posto pieno di luce, riconosco subito l’odore dei colori “Guarda Lena” dice “cosa ho trovato a Parigi su una bancarella.E’ perfetto per l’esame di pittura , penso che prenderò il particolare del Bacco di Caravaggio, ma non so ancora se userò questa coppa da due euro o trasformerò l’originale sostituendolo con una lattina di coca…bello eh?”